Il significato della comunicazione
‘Il significato della comunicazione non risiede nell’intento ma bensì nel risultato’.
Questa frase, breve, dall’apparenza semplice, nasconde numerose verità e rivelazioni oltre a punti di vista differenti.
Apre le porte al feedback e al suo utilizzo e accende un faro su chi è veramente responsabile/protagonista nella comunicazione.
Ma procediamo per piccoli passi.
Fermiamoci un attimo a Pensare a come comunichiamo.
Quando parlate con una persona pensate all’intento di ottenere un determinato effetto sul ricevente, senza prendere in considerazione la risposta che potreste ottenere?
Questo tipo di comunicazione riflette un rapporto gerarchico e autoritario.
Rappresenta una comunicazione a 1 direzione e porta in sé un rapporto di causa-effetto.
Lo scopo è solo quello di ottenere qualcosa dal ricevente senza che il mittente del messaggio venga in qualche modo condizionato dalle risposte. In alcuni casi questo tipo di comunicazione è utile e appropriata.
Quando invece uso una comunicazione a 2 direzioni e ascolto il feedback per accertarmi che il mio messaggio sia giunto in modo corretto al mittente e ne valuto il risultato, siamo ufficialmente approdati nella cosiddetta comunicazione efficace! Di conseguenza ho modo di correggere la mia comunicazione fino ad ottenere il risultato voluto.
E quindi? Per ritornare alla frase sopra cosa possiamo fare? Solo il feedback non basta.
Possiamo partire da un obiettivo chiaro e specifico riguardo a ciò che vogliamo comunicare.
Possiamo valutare il contesto in cui ci troviamo, la situazione, il momento.
Possiamo valutare la persona con cui ci troviamo a comunicare (spesso pensiamo di usare la stessa chiave per tutte le serrature…), ognuno di noi ha una interpretazione della realtà diversa e ad ogni parola viene associato un significato diverso. A volte sono semplici sfumature, a volte è proprio tutto diverso.
Ad esempio se penso alla parola moto, io potrei pensare ad una moto da pista mentre il mio interlocutore ad una moto da turismo oppure alla sua adolescenza con un bel cinquantino, per qualcun altro un mezzo pericoloso che suscita paura.
Possiamo quindi gestire, calibrare e sintonizzare il contenuto (scegliere le parole giuste) in maniera chiara e comprensibile.
Possiamo gestire il nostro mezzo di comunicazione, la voce e il corpo.
Possiamo cercare di capire le emozioni e le sensazioni che il nostro interlocutore sta vivendo
Possiamo cercare di comprendere quali sono i bisogni del nostro interlocutore.
Vedete come una semplice frase possa racchiude in sé così tanto!
Nel passato ho incontrato persone e professionisti convinti che quando gli altri non capiscono è perché sono stupidi. Forse usavo lo stesso modello e approccio comunicativo con tutti indistintamente e probabilmente si concentrano sull’intento e non sul risultato, deresponsabilizzandosi.
Si può cambiare, ci vuole tempo, pazienza e allenamento, ma è possibile.
Si può iniziare da piccoli accorgimenti, già dal cambio di pensiero/approccio.
Diventa un atto di responsabilità.